Al via a Pineto il progetto teatrale “Parole per la libertà”

Prende avvio giovedì 12 gennaio 2017 alle ore 21,00 presso il Centro Polifunzionale di Pineto, il progetto teatrale “Parole per la libertà”, progetto artistico del Teatro dei Colori in concerto con l’Assessorato alla Cultura e alle manifestazioni del Comune di Pineto.

Un ciclo di tre impegnativi monologhi tratti da grandi pagine della letteratura contemporanea , con il seguente calendario: Giovedì 12 gennaio “Fuoco di libertà”, tratto dal libro “Il nuovo corso” di Mario Pomilio, interprete Andra Palladino; venerdì 10 febbraio “Il Segreto”, tratto da “Il Segreto di Luca “ di Ignazio Silone, interprete Gabriele Ciaccia; martedì 21 marzo “Cadrà dolce la pioggia… frames from Bradbury” interprete Lino Guanciale.

Prenotazioni ai seguenti numeri: Ufficio Cultura Comune di Pineto tel. 085-9497225 e IAT di Pineto 085-9491745, Teatro dei Colori 0863411900. Nei giorni di spettacolo la biglietteria del Palazzo Polifunzionale apre alla ore 19,30.

Scheda del primo spettacolo
Il nuovo corso. I fatti d’Ungheria sono l’evento concreto, di un’attualità ancora irrisolta e bruciante, a partire dal quale Mario Pomilio redige la “favola politica” del Nuovo corso. L’eco della repressione sovietica, nella Budapest del 1956, non si è ancora spenta e quel titolo (che riprende alla lettera il fallimentare esperimento libertario) non poteva essere in alcun modo equivocato dai lettori dell’epoca, né suscita dubbi in quelli odierni. Eppure qualcosa che non torna c’è. A non coincidere, tra modello e racconto, non è tan­to la concatenazione dei fatti, rispetto ai quali il narratore rivendica un’assoluta licenza creativa. Il paesaggio, ecco che cosa non combacia: la geografia urbana che fa da sfon­do al racconto. Quella città in cui stiamo per addentrarci «potrebbe essere stata o diventare domani la nostra città». Sono le parole a fare dell’edicola di Basilio il solo vero “luogo” del romanzo. Qui, all’alba del giorno fatale che copre quasi per intero la trama, arrivano le copie del quo­tidiano con l’annuncio del «nuovo corso»: la libertà smet­te di essere uno slogan e diventa qualcosa di concreto, le istituzioni cedono il passo alla spontanea aggregazione dei cittadini, perfino il Partito si scioglie, considerando ormai esaurito il proprio compito. Non è vero, ma Basilio e i suoi concittadini non possono saperlo, perché il piano (forse un sabotaggio, forse una provocazione decisa a freddo dal­le autorità centrali) è stato studiato con astuzia. Libertà, verità, fuoco: è la sintesi del percorso compiuto da Basilio che, all’indomani della sua giornata di gloria, quando ogni illusione si è rivelata vana, decide di dare alle fiamme le copie del quotidiano – autentiche, questa vol­ta, non più contraffatte – in cui si sancisce la permanen­za dello status quo. I ritagli si accartocciano, la colla non tiene più. Basilio entra nel sacrario profanato. «Riapparve dopo un attimo di là dalla vetrina, e per un po’ sembrò che le fiamme non osassero toccarlo. Poi ne fu avvolto quant’era grande, e subito scomparve». ALESSANDRO ZACCURI (dalla presentazione dell’edizione pubblicata dalla casa editrice Hacca).
La Rivoluzione ungherese del 1956, fu una sollevazione di spirito anti sovietico scaturita nell’allora Ungheria socialista che durò dal 23 ottobre al 10 – 11 novembre 1956. Venne alla fine duramente repressa dall’intervento armato delle truppe sovietiche. Morirono circa 2.700 Ungheresi di entrambe le parti, ovvero pro e contro la rivoluzione, e 720 soldati sovietici. I feriti furono molte migliaia e circa 250.000 (circa il 3% della popolazione dell’Ungheria) furono gli Ungheresi che lasciarono il proprio Paese rifugiandosi in Occidente. La rivoluzione portò a una significativa caduta del sostegno alle idee del bolscevismo nelle nazioni occidentali.

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Informazioni su Antonella Gaita

Giornalista
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