E’ iniziato con i provvedimenti relativi al Gemellaggio Teramo – Strovolos il consiglio comunale di Teramo di lunedì 28 giugno 2010, al Parco della Scienza.
L’Assessore Giorgio D’Ignazio ha ricordato che “il gemellaggio andava avanti da anni e il 5 luglio, alle ore 18, nel Parco della Scienza, ci sarà l’atto formale di giuramento del gemellaggio stesso”.
Il consigliere dell’Udt Milton Di Sabatino ha chiesto di inserire nella delibera, oltre ai nomi dei consiglieri, anche i nomi degli esperti.
Il Sindaco Maurizio Brucchi, invece, ha detto che “la commissione deve essere aperta perché altrimenti diventa limitante in quanto ogni volta si dovrebbe tornare in consiglio per inserire nomi nuovi”.
Per Siriano Cordoni (Idv) “nell’atto deliberativo prima si doveva nominare la commissione e poi fare il gemellaggio aggiungendo la voce nomina della commissione”.
D’Ignazio ha spiegato che “la commissione ha sempre lavorato bene e da anni”.
Paolo Albi ha detto che avrebbe votato contro perché “si andavano ad avallare le vacanze di alcuni” e che andava modificato il secondo rigo del giuramento perché “ci sono errori grammaticali”.
“Il gemellaggio con Strovolos – ha risposto Giuliano Gambacorta (Pdl) – non è avvenuto tanto per farlo. Albi, forse, dimentica quand’era in maggioranza, che la città di Strovolos ha partecipato a tutte le edizioni della Coppa Interamnia. La commissione europea tra le linee guida promuove i gemellaggi per scambi culturali e sportivi. Nessuno fa i gemellaggi per andare in vacanza”.
“Chi pensa che il gemellaggio sia una vacanza – ha risposto Brucchi – non sa di cosa sta parlando e preciso che il giuramento lo ha scritto il Ministero”.
Confermati per la commissione del gemellaggio Giuliano Gambacorta per la maggioranza e Alberto Melarangelo per la minoranza.
Il consiglio è proseguito con il riconoscimento legittimità debito fuori bilancio del Comune di Teramo dell’architetto Gabriele Pietrinferni e l’ingegner Pietro Di Giovannantonio.
“Si tratta di un debito fuori bilancio per la costruzione del Pala San Nicolò – ha spiegato Brucchi – Ci fu una variante per un tetto con la richiesta di ulteriori parcelle da parte di Gabriele Pietrinferni e Pietro Di Giovannantonio accolta dai giudici. Mi sarei aspettato un atteggiamento diverso da parte dei due progettisti perché l’incarico era stato dato loro dall’amministrazione Sperandio e proseguito con noi”.
“Credo che l’amministrazione – ha affermato Milton Di Sabatino – abbia fatto gli interessi degli enti e mi sarei aspettato anch’io da parte dei due tecnici un atteggiamento diverso. Vorrei solo sapere dall’ufficio se è stata fatta la verifica della pratica com’era scritto”.
L’avvocato del comune Cosima Cafforio ha risposto che “non è stata fatta la verifica” spiegando che “c’era un’attiva strutturale già esistente. Questa progettazione in variante è stata presentata e approvata dalla giunta senza che si fosse negoziato il rapporto professionale”.
“Il problema – ha dichiarato Giovanni Cavallari (Pd) – non è legato solo dal fatto se c’era un incarico scritto, ma se erano state fatte delle verifiche perché abbiamo dovuto spendere ulteriori soldi per danni alla struttura”.
“La parcelle contestate – ha affermato Silvana Di Saverio (ex consigliere del Centro Sinistra passata alla maggioranza) – sono state emesse nel febbraio del 1999. Bisognerebbe auspicare che i debiti fuori bilancio non si verifichino e che vengano registrati”.
“Chiedo un elenco – ha dichiarato Lino Franceschini (Pd) – dei debiti fuori bilancio che sono arrivati in sentenza”.
Con 32 voti favorevoli, 3 astenuti e 1 voto contrario il provvedimento è stato accolto.
Il Sindaco ha parlato, poi, dell’adeguamento del vigente regolamento di attuazione della L.n. 241/1990 alle nuove disposizioni recante dall’art. 7 n. 69/2009 relativamente ai termini per la conclusione dei procedimenti amministrativi.
“La nuova normativa – è intervenuta Manola Di Pasquale (Pd) – prevede che il termine massimo sia di 90 giorni, ma per situazioni particolari. È una legge nazionale e i termini riguardano tutti gli enti pubblici nazionali. Per le attività economiche, l’amministrazione ha portato i termini al massimo ed è un controsenso perché bisogna dare risposte immediate al cittadino e stimolare la crescita economica del nostro territorio”.
“Noto che non si perde tempo per fare demagogia – ha risposto Gianbattista Quintiliani – Dalla lettura normativa si legge che il termine massimo è di 90 giorni e si fa un processo alle intenzioni che crea sfiducia”.
Albi ha chiesto il ritiro della delibera “per evitare problematiche ai cittadini”.
“Il provvedimento – ha dichiarato Lino Befacchia (Città di Virtù) – condizionerà buona parte del lavoro degli uffici per il prossimo triennio. Se ragionassimo come faceva l’Inps anni fa ci troveremmo alla preistoria. Novanta giorni rappresentano un’era geologica”.
L’assessore al commercio Mario Cozzi ha proposto di rimandare il provvedimento nel pomeriggio “per verificare se è possibile una riduzione dei tempi”.